Sano e grande ottimismo, supportato dai dati reali e dallo scambio di indicazioni tra operatori, è il principale messaggio della 14° edizione di RE ITALY del 9 giugno scorso. Un’edizione con numeri da record in presenza per i relatori, perché senza incontrarsi di persona non può esistere business, nella quale sono apparsi i nuovi equilibri del real estate del post covid. In sintesi: Le aziende che hanno saputo innovare davvero in questi mesi di emergenza prenderanno le quote di mercato di quanti si sono limitati agli annunci.
Perché i fatti si registrano nero su bianco, i proclami servono solo a tener buoni gli azionisti o a raccogliere qualche centesimo in più di pubblicità fin quando dura. Colpisce per esempio che Giuseppe Amitrano di Gva Redilco Sigest abbia annunciato che il prossimo bilancio di Sigest sarà il migliore degli oltre 20 anni di vita della società. Oppure Giovanna Della Posta di Invimit sgr che ha dettagliato le operazioni di valorizzane degli immobili pubblici con gli strumenti che ha messo a punto. Nero su bianco e di persona. Due approcci che speriamo siano l’emblema di questa ripartenza. Solo dati certi e verificabili sui quali fondare le prospettive d’investimento e l’organizzazione della propria attività. Speriamo che in futuro vengano invece presi per quello che sono i messaggi e le attività smaccatamente promozionali che sono un’offesa alla professionalità di tutti gli operatori del reale estate, che non si meritano di essere accomunati a chi vende condizionatori o prese di corrente. Col massimo rispetto per tutti, ma l’immobiliare è un’altra cosa.
A RE ITALY in Borsa italiana e in presenza come accade da 14 edizioni, non sono mancati gli spunti anche sulla tecnologia. Prendere un caffè in presenza consente infatti anche di cogliere le sfumature che zoom, soluzione semplice ed economica che ha già fatto il suo tempo, non può fornire. Per esempio, tutte le aziende dichiarano di investire in nuove applicazioni al servizio delle proprie attività. Guardando però nel concreto, non pare che le novità siano così diffuse. E qui sta il punto: confrontandosi, di persona, risulta evidente come nell’immobiliare esistano sì molte aziende che stanno sviluppando realmente la tecnologia ma, di contro, altre che stanno semplicemente imitando molto male quanto i principali operatori annunciano. Per esempio, parlando con Barbara Cominelli di JLL (ex Microsoft) è emerso come la loro base di sviluppo tecnologico sia totalmente centralizzata: un polo di ricerca mondiale per le applicazioni che JLL utilizzerà nei vari Paesi. Sono centinaia di milioni di euro destinati esclusivamente a R&D e non a caso assistiamo a fusioni e acquisizioni. Da soli si resta indietro e in un attimo si diventa obsoleti. Citando ancora l’esperienza di Amitrano, la prima cosa che ha messo in piedi dopo l’acquisizione è stata proprio la factory proprietaria di ricerca e sviluppo. Non è quindi solo facile intuire come si evolverà il mercato, è già scritto.
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